elena andreoli

Autrice, attrice, musicista. 

Elena Andreoli è la voce solista di un quintetto jazz che porta il suo nome. 

Una voce da contralto  calda e senza fronzoli che sa interpretare gli standard jazz con vitalità e ironia.

Nel 2024  inizia una proficua collaborazione artistica con uno dei più conosciuti jazzisti italiani, il grande clarinettista Paolo Tomelleri con cui condivide 

l’amore per la stessa musica e la voglia di non prendersi mai troppo sul serio.  

Dopo essersi esibiti insieme in varie occasioni, hanno in programma, durante la rassegna JazzMI dell'autunno 2024, due concerti al Teatro Arcimboldi di Milano.

Elena Andreoli negli anni ha collaborato con grandi nomi come Giorgio Gaslini, Bruno Martino, Antonio Faraò, Sergio Fanni, Michele Bozza, Fabrizio Bernasconi esibendosi in diversi concerti tra cui l’inaugurazione del Dolomiti Ski Jazz e il Monte Pisano Art Festival.

Per Soundiva Production ha registrato la fuga di Benjamin Britten

con la Budapest Scoring Orchestra.

 La sua musica riprende il jazz delle origini, in un’accurata ricerca di brani mai banale che vuole riportare sul palco i pezzi meno conosciuti dal grande pubblico.

In un repertorio che comprende early jazz, be-bop, ragtime, charleston, blues, jive e swing, Elena Andreoli riporta con i suoi musicisti il jazz alla sua dimensione più vitale. Le sue performance sono un concentrato di energia, un inno alla leggerezza di chi -attraverso suoni, ritmi, arrangiamenti e parole- si diverte e vuole divertire.

Nelle sue altre vite ha lavorato con acuni mostri sacri del teatro e del cinema come Dario Fo, Franca Rame, Mario Monicelli, Wim Wenders, Federico Fellini,

ha scritto per la TV, è stata direttrice creativa di un’agenzia di comunicazione ed è la voce di tanti spot radiofonici e televisivi.

Abituata fin da giovane a stare su un palco sa intrattenere cantando. 

È artista e musicista versatile, dinamica in grado di interpretare, anche in senso teatrale, i brani che sceglie e di trasmettere al pubblico

tutta l’energia e la gioia di vivere del “suo” jazz.

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